giovedì 26 settembre 2013

LAB PICKS - CONSIGLI PER GLI ASCOLTI

Oggi dedichiamo un po' di spazio a quelli che sono i nostri suggerimenti. Preparate il carrellino perchè in questo appuntamento parleremo di due interessantissime uscite: una freschissima novità ed un bel classicone riesumato dai sepolcri dell'underground.



ARCHIE PELAGO - Hall of Human Origins (2013, Styles Upon Styles)





Qualche mese fa, girovagando tra le pagine di un noto negozio di dischi online ed attratto dalla fantasiosa copertina, ascoltai per la prima volta la preview del precedente EP degli Archie Pelago, "Sly Gazabo":  mi ha aperto un mondo. La perfetta collisione tra elettronica e strumenti 'reali' era assolutamente perfetta. A distanza di mesi non saprei come chiamare quella miscela, ma ero davanti ad  un particolare ibrido di house dubbeggiante ed influenze jazz. Una specie di elettronica barocca, per essere fantasiosi. 

Il trio in questione, proveniente da Brooklyn, è composto da Hirshi, Cosmo D e Kroba. Insieme si divertono e suonano un'infinità di strumenti: fiati, piano ed archi fusi con drum lines che sembrano uscire direttamente dalle mani di una tribù del centro america,  dando vita ad un genere davvero singolare. 


"Hall of Human Origins", EP partorito sulla Newyorkese Styles Upon Styles, è composto da cinque tracks che fanno volare la mente ed il corpo verso ambienti lontani, perfette per quel pubblico che ama muovere il sedere a ritmo di un'elettronica scaltra ed intelligente.

L'opening "Chronomancer" mette subito le cose in chiaro: una calda sezione ritmica introdotta da dolci fiati fa da apripista per le altre 4 perle, su tutte la title track, posta in chiusura come degna conclusione di un disco da gustare tutto d'un fiato.


Ascoltatelo qui





LORDS OF THE UNDERGROUND - Keepers of the Funk (1994, Pendulum Records)


Vent'anni fa sulla East Coast si faceva sul serio, e questo lo sappiamo tutti. L'hip hop VERO la faceva da padrone e gente come De La Soul A Tribe Called Quest spingevano beats aggressivi e 'cicciotti' giunti ad intricate metafore in giro per il paese, scoperchiando il genere e dandogli nuova vita. Imparata questa lezione e soprattutto quella dei pionieri dei decenni precedenti, da Afrika Bambaataa alla Sugarhill Gang passando per Grandmaster Flash, il trio dei Lords of the Underground rilascia il secondo album, un inno al funk.


Il gruppo si scioglierà l'anno dopo, dunque questo rimane l'atto conclusivo di una brevissima carriera, 'arricchita' da una reunion partita nel 1999 e da altri due dischi che però poco e niente aggiungeranno al valore artistico della band (anche per il contesto storico in cui sono arrivati).



Trainato dal gran successo del singolo "Tic Toc", l'album raggiunge la posizione 57 all'interno della Billboard top 100, in quegli anni dominata dagli ultimi respiri del grunge e dall'esplosione del punkrock californiano. 



La mia preferita è senz'altro "Neva Faded" che, abbracciata dal bellissimo sample di "Funky Drummer" di James Brown, contiene tutti gli elementi classici della east coast, elementi che ti investono durante l'intro del disco e che ti trascinano per chilometri su un'autostrada anni '90 a bordo di una Cadillac. 



Indossate la canotta di Scottie Pippen e via col play : ecco l'intero album





Per questa settimana quindi, due gruppi provenienti dalla stessa zona. Due generi diametralmente opposti e due contesti storici che più diversi non si può. 



Buon ascolto ;)


   

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